La macchia mongolica

Diretto da Piergiorgio Casotti.

1996, Massimo Zamboni, musicista e fon- datore dei gruppi musicali CCCP e CSI, intraprende un viaggio in Mongolia che risulterà fondamentale per la sua carriera artistica e che segnerà la nascita del disco di maggior successo dei CSI:

“Tabula Rasa Elettrificata”.
Ma quel viaggio risulterà essere altrettanto fondativo dal lato umano e personale: sarà infatti proprio in Mongolia che Zamboni e la compagna Daniela decideranno di diven- tare anche genitori.

A vent’anni di distanza, su richiesta della figlia Caterina nata poco dopo quel viaggio, riaffronterà con lei e la moglie quello stesso viaggio, dall’Emilia e passando per la tran- siberiana.
Un viaggio nell’appartenenza e nell’identi- tà, per ritrovare le radici di quella macchia mongolica (segno epidermico presente
su ogni nascituro mongolo, molto raro sugli europei) con cui nacque anche sua
figlia Caterina. Ma la macchia mongola è tipica anche tra i bambini groenlandesi e giapponesi: un filo antropologico millenario che unisce i popoli della terra e che padre e figlia, cercano, insieme, di seguire e capire, andando così alle origini.
Le proprie e quelle degli uomini tutti.

Per Massimo sarà un ritorno, un momento di intima sintesi, un confronto col passato, per la figlia sarà l’inizio di tutto.
Un lascito generazionale ed un’iniziazione ad un altro viaggio, attraverso la vita.

NOTE DI REGIA

Conosco Massimo Zamboni da 10 anni, in un rapporto che unisce amicizia personale e progetti artistici realizzati insieme.
Ero ovviamente a conoscenza della sua esperienza in Mongolia, ma quando mi parlò degli sviluppi personali che quel viag- gio ebbe sulla sua vita e mi mise al corren- te della sua intenzione di tornare, stavolta insieme a sua figlia, ho avuto subito la per- cezione che quella storia meritasse di essere raccontata, sia nella sua dimensione intima che nella sua lettura più “universale”. Abbiamo quindi deciso che questo viaggio di ri-torno, sarebbe diventato un documen- tario. L’altro aspetto che mi ha spinto a dividere con Massimo questa avventura è la comunanza di tematica e atmosfera che questo documentario porta in sé e che si pone sulla stessa linea dei miei lavori prece- denti. Temi che sono, sempre, intimamente legati a me e coi quali mi confronto perio- dicamente. Riflessioni sulla vita, la morte, la società umana.