Diritti umani docDiritti umani Doc
Per la sua terza edizione, Estate Doc – in collaborazione con l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna – ha pensato di creare un focus sui “Diritti Umani”, scegliendo di proiettare in alcune serate dei film che toccano i temi dei diritti umani,  valorizzandone alcune tematiche o manifestando – negli intenti – la volontà da parte degli autori di servirsi dell’audiovisivo come di uno strumento cosciente ed efficace per difendere e tutelare i diritti umani o per denunciare quelle realtà in cui i diritti delle persone passano in secondo piano.

Tra i film proposti nella rassegna ricordiamo a tal proposito il documentario di Nicola Angrisano Rosarno. Il tempo delle arance realizzato da InsuTv nei giorni del pogrom e della deportazione dei migranti per ritrovare, nelle immagini e nei racconti dei protagonisti, le ragioni della ribellione contro la violenza e l’apartheid cui è seguita la vendetta della mafia e del governo. Un film questo che richiama alla memoria alcuni dei diritti fondamentali, quali  quello basato sul principio di essere nati tutti liberi e uguali, di non discriminare o essere discriminati, di essere liberi dalla schiavitù, di non dover subire alcuna tortura. Il documentario di Angrisano ci ricorda che non sempre ciò avviene e che spesso, per paura del diverso o dell’ignoto, si finisce per perdere di vista uno dei messaggi basilari della costituzione: quello di essere tutti uguali e liberi.

Gli stessi diritti sono evocati anche in un altro film di Angrisano, presentato sempre in Estate Doc: Next Stop Lampedusa: la videonarrazione di tre giorni a Lampedusa durante gli sbarchi dalla Tunisia. Un’isola trasformata in terra di esilio per i migranti tunisini e i suoi stessi abitanti. È un documentario volto a rivendicare il diritto di accoglienza e la libertà di circolazione degli esseri umani nel Mediterraneo.

Con un linguaggio poetico e la delicatezza dell’obiettivo cinematografico Stefano Croci ed Enrico Masi hanno realizzato un breve documentario lirico – Dangerline – sulla condizione della donna oggi: i due autori seguono il flusso del racconto intimo e introspettivo di Natalie Shafrir, una giovanissima ragazza che non ha mai assaporato la felicità di frequentare l’università, ma che al contrario ha dovuto inghiottire gli orrori della guerra, combattendo in prima linea a causa del servizio militare obbligatorio che vige in Israele.

Se Natalie Shafrir è stata solo alcuni giorni in Italia, di passaggio per raggiungere altre mete e rivendicando il diritto di cercare un posto sicuro in cui vivere (per cui se temiamo di essere maltrattati nel nostro paese, abbiamo il diritto di andare in un altro paese per essere al sicuro), i protagonisti del film di Vincenzo Pergolizzi Affarin! Sono giunti in Italia per restarci. Il film racconta, infatti, la storia di altri giovani, di bambini e ragazzi afghani, giunti in Italia in cerca di pace. Giovani che hanno scelto la nostra patria, per farne parte a tutti gli effetti, lasciandosi alle spalle dure esperienze di guerra e devastazioni. Sono bambini che per arrivare in Italia hanno affrontato la  morte, viaggiando per più di dieci ore nascosti sotto ai camion che dalla Grecia arrivano sulle autostrade italiane.

Donne che attraversano l’Italia (Dangerline), bambini che sognano di diventare italiani (Affarin!).. ma anche migrazioni in senso opposto, quelle di ritorno verso i paesi d’origine: a raccontarci questa storia sono Lisa Tormena e Juan Martin Baigorria con il documentario Aicha è tornata, un film che ripercorre il ritorno di alcuni personaggi nelle province di Khouribga, Beni Mellal e Fkih Ben Salah, il cosiddetto “Triangolo della Morte”, principale bacino d’emigrazione dal Marocco.

Sempre di donne parla anche Dalla Resistenza ai Diritti. Le donne si raccontano di Nicola Nannavecchia. Il film ricostruisce la storia dei diritti attraverso le interviste a cinque donne di Reggio Emilia, protagoniste e testimoni di una parte importante di storia politica e sociale italiana del ‘900, dagli anni del fascismo e della Resistenza, agli ultimi decenni del secolo, focalizzando l’attenzione in particolare sul ruolo di genere della donna.

È stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia, di Filippo Vendemmiati – film vincitore del prestigioso premio David di Donatello 2011 – ripercorre le vicende umane e giudiziarie legate alla morte di Federico Aldrovandi, avvenuta a Ferrara alle sei di mattina del 25 settembre 2005 durante un controllo di polizia. Da quella vicenda scaturì un’inchiesta giudiziaria, inizialmente destinata all’archiviazione, e un processo, che in primo grado il 6 luglio del 2009 si è concluso con la condanna a 3 anni e sei mesi di quattro agenti.

Oltre ai diritti inalienabili alla vita e alla sicurezza, ci sono anche quelli riguardanti il lavoro e la salvaguardia sanitaria degli individui e dei bambini. Su queste tematiche ricordiamo Invisibili, di Tania Pedroni – documentario sullo scenario del lavoro contemporaneo e del nuovo capitalismo; RCL – Ridotte Capacità Lavorative, di Massimiliano Carboni che ripercorre le vicende della Fiat. A rischio ci sono 5100 posti di “lavoro bianco” in terra di camorra. Il precedente è una trattativa lacerante che vuole il lavoro vincolato alla soppressione dei diritti conquistati nella storia sindacale italiana.

Polvere – Il grande processo per l’amianto, di Niccolò Bruna, Andrea Prandstaller è sui problemi che scaturiscono dall’utilizzo dell’amianto. Da anni, in Europa, l’amianto è associato al pericolo, alla malattia, alla morte. Perché, allora, il 70% della popolazione mondiale è ancora esposto a questa fibra mortale? La produzione di amianto nel mondo ha ripreso a crescere, grazie all’enorme consumo delle economie in rapido sviluppo come India, Cina e Russia.

Altri due film che rientrano nella sezione dei Diritti Umani Doc sono Enjoy poverty di Renzo Martens e Note a margine – Appunti per un film sul 7 luglio di Nico Guidetti.

Enjoy poverty racconta la storia dell’artista olandese Renzo Martens che per due anni ha viaggiato in tutto il Congo filmando uomini e cose di un paese uscito dalla guerra civile: gli operatori ONU e i proprietari delle compagnie straniere, i lavoratori delle piantagioni e la loro povertà assoluta, i cadaveri dei ribelli e le convention dei diplomatici, i reporter stranieri e i bambini denutriti…

Note a margine – Appunti per un film sul 7 luglio è, invece, ambientato nel nostro Paese, a Reggio Emilia, città comunista per antonomasia, dove  il 7 luglio 1960 una manifestazione pacifica di protesta contro il governo Tambroni, appoggiato dai neofascisti, venne soppressa nel sangue dalla celere: cinque morti, giovani o giovanissimi, e decine di feriti cancellano il diritto alla libertà di manifestare.