In tel fade – Punti di vista dell’Appenino reggiano

In tel fadedi Elisa Mereghetti e Marco Mensa.
Con la presenza di Rosi Manari e Vincenzo Castellano
Degustazione di piatti tipici prima e dopo la proiezione

Ci sono luoghi che ci sembrano avere un cuore, luoghi che rappresentano un poco il “giardino segreto” che ciascuno di noi ha dentro, che ci ricordano che anche il presente ha un senso perchè c’è stato un “prima”. Il monte Ventasso, ad esempio, per gli abitanti di Nismozza è “in tel fade”, “là dove ci sono le fate”. Dalla sua cima, le presenze eteree di un remoto culto ancestrale proteggono chi vive attaccato alla montagna… Questo è un viaggio nell’Appennino Reggiano, tra i luoghi della memoria e nella memoria dei luoghi, nei paesaggi immersi nelle nebbie autunnali, nelle piazze deserte sotto le nevicate abbondanti di fine inverno, nell’animazione degli sportivi che esplorano i fianchi della montagna nella calura estiva. Un percorso accompagnato da voci diverse, perchè mille sono le interpretazioni e i punti di vista su un territorio. Come dice Benedetto, uno dei testimoni di questo racconto, la Pietra di Bismantova è una pietra diversa secondo il punto di osservazione da cui la si guarda, e ognuno di noi vede il paesaggio che ci circonda con colori e sfumature differenti. Uno dei punti di vista è quello del fotografo-orologiaio Amanzio Fiorini, nato a Nismozza nel 1884, costretto poi ad emigrare negli Stati Uniti, dove iniziò a fotografare con una modesta Kodak. Tornato nelle sue montagne, aprì un atelier e divenne il fotografo dell’intera valle, immortalando in cinquanta anni di lavoro migliaia di visi di montanari, oltre a paesaggi, cerimonie e feste popolari dell’Appennino Reggiano. Oggi, la figlia e la nipote lo ricordano attraverso i suoi scatti, alla ricerca dei sentieri della memoria e dell’identità, che legano in un’unica trama le storie dei luoghi e delle persone.